Ucciso a bruciapelo da un colpo di pistola: dopo la fuga l’aggressore viene arrestato, ma sembra che i due si conoscevano.
Era diventato papà da appena tre giorni, ma la sua vita è stata stroncata a soli 25 anni da un colpo di fucile. Accade nella notte tra il 25 e il 26 novembre a Venezia, dove il tunisino Khalil Ben Mallat è stato ucciso da un proiettile sparato da un 33enne del posto, che lo ha colpito dritto in testa. Partono le prime indagini: sembra che i due si conoscessero.
Il delitto in pieno centro
Khalil Ben Mallat si trovava in un bar del centro storico gestito da un bengalese, che collega il ponte delle Guglie a campo San Geremia. Improvvisamente, sotto gli occhi di residenti e turisti, il 25enne viene colpito fatalmente un fucile a canne mozze calibro 12.
Il suo aggressore fugge via, ma non prima di aver gettato l’arma in un canale. Il neo papà invece è rimasto a terra, morto in una pozza di sangue: per lui nessuna possibilità di vivere.
Le ipotesi del terribile omicidio
In un primo momento gli inquirenti hanno ipotizzato alla pista della gelosia, manovrando il delitto sul motivo passionale. Le indagini però proseguendo, si sono spostate maggiormente sulla possibilità che Mallat sia stato ucciso per questioni legate alla droga.
A sparare il colpo di fucile contro il 25enne è stato un uomo di 33 anni del posto, Raffaele Marconi, con precedenti di polizia. Grazie alle indagini sulle immagini riprese dalle telecamere di videosorveglianza del Comune di Venezia, i Carabinieri sono riusciti a rintracciare l’assassino. Il 33enne adesso dovrà rispondere di omicidio volontario.
L’uomo deteneva illegalmente l’arma, che ha poi gettato in un canale, che è stata trovata poi con matricola abrasa. Dalle ultime informazioni emerse, pare che Mallat e Marconi si conoscevano già: tra i due però non scorreva buon sangue.